GLI ANNI CINQUANTA di Luca Dal Monte

Gli anni Cinquanta in Formula 1 si corrono all’insegna delle grandi Case automobilistiche – Alfa Romeo, Ferrari, Mercedes. Sono loro a dividersi la scena per le prime sette stagioni. Le piccole squadre inglesi, che iniziano a calcare la scena nella seconda metà del decennio, non diventano in realtà protagoniste sino alla parte finale della decade, quando la Vanwall farà sua la prima Coppa Costruttori e la Cooper-Climax farà ancora meglio portandosi a casa, nell’ultima stagione del decennio, i titoli Piloti e Costruttori.

Il campionato del mondo di Formula inizia con l’Alfa Romeo protagonista assoluta. Nella gara inaugurale a Silverstone, il 13 maggio 1950, quattro Alfa Romeo occupano le prime quattro posizioni sulla griglia di partenza e quattro Alfa Romeo occupano i primi quattro posti in classifica al termine della gara. La monoposto dominatrice è il modello 158, conosciuto anche come Alfetta. Quella prima gara, così come il primo titolo di campione del mondo, vanno all’italiano Nino Farina, che vince due gare e lotta fino alla fine della stagione con l’argentino Juan Manuel Fangio, che pure trionfa in due gran premi. Nel 1951 è proprio Fangio a diventare campione del mondo con l’evoluzione della monoposto dell’anno precedente, l’Alfa Romeo 159. Quattro vittorie in sette partecipazioni sono il suo bottino stagionale. Ma l’egemonia della Casa automobilistica milanese viene prima interrotta e poi messa in discussione dalla competitività della Ferrari, che il 14 luglio 1951, a Silverstone, conquista con Froilan Gonzalez al volante di una 375 la prima vittoria in Formula 1 della Casa di Maranello.

La Ferrari è per la prima volta sul tetto del mondo la stagione successiva. Grazie a sei vittorie in sei gare disputate, l’italiano Alberto Ascari conquista il primo titolo mondiale per il Cavallino. Per via di modifiche a un regolamento internazionale in via di transizione, la monoposto campione del mondo è una vettura di Formula 2, il modello 500. Vettura con la quale – o meglio, con l’evoluzione della quale, Ascari si ripete l’anno successivo, il 1953.

Nel 1954 inizia l’era Fangio. In quattro stagioni il campione argentino conquista quattro titoli mondiali consecutivi con tre Case e squadre diverse. Il primo e il secondo titolo di questa straordinaria striscia vincente – il secondo e il terzo personale – arrivano nel 1954 e nel 1955. Fangio diventa campione del mondo al volante della Mercedes W196 nel 1954 e nel 1955. Ma nella sua prima stagione coglie due vittorie anche con la Maserati 250 F. La Mercedes non è ancora pronta al debutto e così Fangio corre con la Casa modenese. Cose che allora potevano succedere. Per la Mercedes la stagione 1954 è un ritorno alle corse dopo la lunga pausa della seconda guerra mondiale. La Casa tedesca ha voglia di riscatto e fa le cose per bene. Le monoposto che schiera nelle prova di campionato sono di fatto due: una in configurazione tradizionale per i circuiti lenti o misti; una seconda, con ampie carenature che la fanno assomigliare quasi a un avveniristico disco volante, per i circuiti veloci. Fangio non ha rivali al volante di entrambe. Al suo fianco nel frattempo inizia ad imporsi all’attenzione generale una giovanissima stella, l’inglese Stirling Moss.

Nel 1956 Fangio è per la quarta volta campione del mondo. Quest’anno è al volante della Ferrari. La monoposto D50 in realtà è una Lancia, che la squadra di Maranello ha ricevuto praticamente in dono l’anno prima, quando la Casa torinese ha deciso di chiudere il proprio programma sportivo. Fangio vince, ma non domina come nelle stagioni precedenti. Il rapporto con Ferrari non funziona e anche i compagni di squadra non sono tutti disponibili ad assecondare il suo grande talento e la sua figura inevitabilmente ingombrante. Ci sono polemiche interne. L’atmosfera è tesa. Alla fine della stagione l’argentino preferisce andarsene e si trasferisce nell’altra squadra di Modena, la Maserati. Ma il più bravo resta sempre lui. Alla Maserati Fangio si ritrova tra le mani la forse vecchia, ma certamente collaudata 250 F, una delle migliori vetture nell’intera storia della Formula 1. Ad agosto, con una straordinaria vittoria sullo storico circuito del Nürburgring, Fangio è per la quinta volta campione del mondo. È un record che allora, e per tanto tempo a venire, apparirà imbattibile.

Nel 1958 la Ferrari conquista il suo quarto titolo mondiale Piloti con l’inglese Mike Hawthorn al termine di una stagione nel corso della quale il destino ha spezzato i sogni iridati e le vite di due suoi compagni di squadra, il compatriota Peter Collins e l’italiano Luigi Musso, tutti al volante della Ferrari 246 6 cilindri. Ma come accennato, il titolo mondiale Piloti, la prima Coppa Costruttori, viene assegnato alla Vanwall, che al volante della VW5 schiera campioni del calibro di Stirling Moss e Tony Brooks – il dentista volante!

La musica cambia totalmente l’anno successivo. Nel 1959 la Formula 1 assiste alla prima grande rivoluzione tecnica della sua storia. John Cooper ha messo il motore alle spalle del pilota, in posizione centrale sulla monoposto invece che anteriore, come si è sempre – o quasi sempre, ricordiamo le Auto Union della seconda metà degli anni Trenta – fatto fino ad allora. Al volante della sua rivoluzionaria, leggera, agile e scattante Cooper-Climax T51 con motore centrale, l’australiano Jack Brabham vince a Monaco la prima gara della stagione e si ripete ad Aintree nel cuore dell’estate. Così facendo tiene a distanza i due rivali per il titolo, entrambi con due vittorie a testa, Brooks su Ferrari 246 e Moss, che si alterna al volante di una BRM e di una Cooper-Climax T51 schierata dalla scuderia di Rob Walker.