Ferrari F93A

Ferrari F93A

di Luca Dal Monte

Ancora una vettura di transizione. Ancora nessuna vittoria per la squadra di Maranello. La ricostruzione richiede tempo. Luca di Montezemolo, al comando dall’autunno del 1991, sta organizzando il rinascimento Ferrari, che inizia a prendere una forma concreta quando, il 1° luglio 1993, entra in servizio Jean Todt, che diventa il nuovo capo della Gestione Sportiva Ferrari.

La F93A è una vettura molto più convenzionale rispetto alla F92A della stagione precedente, che presentava soluzioni per certi versi avveniristici, ma che non portò a casa risultati degni di nota. Il progetto è di Jean-Claude Migeot, affiancato da John Barnard, che il neo presidente Montezemolo torna a coinvolgere nel tentativo di trovare alla svelta la quadratura del cerchio – che non arriverà con la F93A e neppure con Barnard, che presto lascerà una volta ancora la Ferrari.

 

Ferrari F93A Image 1

Piloti:

Jean Alesi: Il pilota francese è l’unico sopravvissuto della disastrosa stagione 1992, disastrosa non per colpa dei piloti, anche se uno dei due paga per tutti. Suoi i migliori risultati della stagione 1993, il terzo posto a Montecarlo e soprattutto il secondo posto a Monza. Due quarti posti all’Estoril e ad Adelaide sono le uniche altre due gare nelle quali Alesi riesce ad arrivare al traguardo in zona punti. Nove i ritiri dovuti alla fragilità della F93A. Sesto posto finale nella classifica Piloti.

Gerhard Berger: L’austriaco torna in Ferrari dopo le tre stagioni nella seconda parte degli anni Ottanta. Resterà a Maranello altre tre stagioni e nonostante non arrivi a cogliere veramente i frutti della ricostruzione, ne avrà grande parte. Da subito stabilisce un ottimo rapporto con il compagno di squadra, che è giovane e veloce, ma rispetta la classe e l’esperienza di Gerhard. Il miglior risultato della sua prima stagione con il Cavallino è il terzo posto all’Hungaroring.

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Ferrari F93A Image 2

Via il doppio fondo e le pance staccate dal resto della vettura con le grandi prese d’aria a goccia della vettura precedente. Dei concetti di quella monoposto resta solo il musetto rialzato. Di nuovo disegno sono le pance della vettura, con grosse prese d’aria per convogliare l’aria al 12 cilindri a V di 65° di 3,5 litri di cilindrata. È l’unica monoposto Ferrari con sospensioni attive.

In uno slancio retrò volto con ogni probabilità a ingraziarsi gli dei delle corse, la F93A reintroduce dopo molti anni il bianco nella livrea della vettura. Una larga fascia di questo colore taglia infatti longitudinalmente la vettura dalla parte anteriore del cockpit alla fine della carenatura del motore. Gli dei guardano però dall’altra parte e la F93A non andrà oltre tre podi collezionando invece una lunga serie di ritiri.

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