McLaren MP4/4

McLaren MP4/4

di Luca Dal Monte

Con quindici gran premi vinti su sedici, fino alla stagione 2023 è stata la monoposto con la migliore percentuale di vittorie in relazione alle gare disputate. È la risposta della squadra di Woking alla partenza di John Barnard, il progettista delle MP4/2 che in tre anni hanno vinto cinque campionati del mondo a cavallo della metà degli anni Ottanta. Ed è la prima McLaren firmata da Gordon Murray, lo storico progettista della Brabham.

Nel progettare la MP4/4 Murray ripropone alcuni dei concetti che erano alla base della rivoluzionaria, ma sfortunata Brabham BT55 del 1986. La Honda, che nel frattempo ha sostituito la Porsche-TAG nella fornitura dei motori, si presta a progettare un motore – 6 cilindri turbo a V di 80° di 1,5 litri di cilindrata – più basso dei precedenti e che bene si presta a essere inserito in una vettura che, pur non risultando estrema da un punto di vista aerodinamico come era la BT55, è molto più bassa delle unità che l’hanno preceduta.

 

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Piloti:

Alain Prost: Sette vittorie non bastano al due volte campione del mondo francese per vincere la terza corona iridata. La concorrenza in casa quest’anno è forte. Ma in realtà a penalizzare Alain non è tanto la classe del compagno di squadra quanto il regolamento, che tiene validi ai fini della classifica mondiale solo gli undici migliori risultati. Prost, che alle sette vittorie unisce altrettanti secondi posti, è così costretto a scartare punti pesanti, e nonostante ne abbia accumulati più di Ayrton, alla fine deve accontentarsi del titolo di vicecampione.

Ayrton Senna: Anche il brasiliano è costretto a scartare dei punti ai fini della classifica mondiale. Ma nel suo caso i punti sono solo quattro (il compagno di squadra ne scarta invece 18). Così, a fronte di 105 punti totali per Prost e 94 per Senna, Ayrton è campione del mondo con 90 punti contro gli 87 di Alain. Di lì a poco il metodo di conteggio verrà naturalmente cambiato. Ad ogni modo, il 1988 di Senna lo vede per otto volte sul gradino più alto del podio, per 13 volte in pole position, e per tre volte il più veloce in gara.

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Grazie a un musetto sottile e rastremato, a una sezione frontale molto bassa e ampia e a un motore che resta nei limiti di altezza e ingombro desiderati da Murray, le grosse ali posteriori generano deportanza e aumentano il carico aerodinamico sulle ruote motrici. Il risultato è una monoposto spettacolare che regola la concorrenza senza apparente fatica.

Abbiamo detto di quindici vittorie su sedici gare disputate. Ma va anche ricordato che dieci delle quindici vittorie sono doppiette, con i due piloti McLaren a spartirsi i primi due gradini del podio. Completano la stagione mondiale – Piloti e Costruttori, naturalmente – 15 pole position e 10 giri più veloci in gara.

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