Brabham BT46B

Brabham BT46B

di Luca Dal Monte

La monoposto completamente rivoluzionaria che Gordon Murray ha presentato nell’estate del 1977 subisce notevoli cambiamenti per poter scendere in pista nel campionato del mondo. Le soluzioni che il geniale progettista sudafricano ha ipotizzato sono troppo avanti rispetto alla tecnologia corrente.

In tre mesi Murray ridisegna la BT 46, modificando tutta la parte posteriore della vettura con una carenatura che continua anche lateralmente avvolgendo interamente il vano motore grazie anche a quelle bandelle laterali mobili che tutti, in gergo, chiamano minigonne. Nasce la BT 46B. Ma l’asso nella manica è l’enorme ventilatore del tipo estrattore posizionato sotto all’alettone posteriore.

Il ventilatore, collocato sopra la scatola del cambio, serve innanzitutto per raffreddare un nuovo radiatore posto in orizzontale sopra al motore, ma finisce poi con lo scaricare l’aria da sotto la macchina e tenerla incollata al suolo. Quando ha fatto per la prima volta i calcoli, Murray ha dovuto rifarli perché non riusciva a credere a quanta down-force riuscisse ad ottenere con il ventilatore – il numero, dice, era “astronomico.”

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Piloti:

Niki Lauda: “Oggi la macchina è andata veramente bene,” dice Lauda ai cronisti che lo assediano dopo aver tagliato per primo il traguardo ad Anderstorp. “Ho controllato bene Andretti e quando l’ho ritenuto opportuno l’ho passato. Avevo più accelerazione e stabilità.” Ma a chi gli vuol fare ammettere che la differenza oggi l’ha fatta il ventilatore di Murray, Niki snocciola la versione ufficiale di casa Brabham: “Quello non c’entra: è solo un ventilatore per raffreddare meglio la macchina ed estrarre l’aria dal radiatore.” In un mare di polemiche, la vittoria di Niki nel Gran Premio di Svezia 1978 viene omologata. Ma per il ventilatore non ci sarà futuro.

John Watson: Il ventilatore porta meno fortuna al pilota nordirlandese. Watson lo ignora, ma la sua BT 46B è stata per così dire “sabotata” dalla sua stessa squadra. Per evitare che Watson vincesse ai danni di Lauda, d’accordo con Chiti, Ecclestone ha pensato di intervenire sulla BT 46 numero 2 facendo praticare ai meccanici della Brabham dei fori nelle pale del ventilatore. Risultato: il ventilatore sulla vettura di Watson funzionava meno bene che su quella di Lauda e la monoposto del nordirlandese beneficiava solo parzialmente dell’effetto suolo che invece faceva volare quella di Lauda.

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“Tutto ciò che ha fatto Gordon è stato semplicemente di spostare i radiatori dell’acqua e dell’olio indietro, montandoli sopra al motore, in base al regolamento, e poi ha montato un grosso ventilatore di raffreddamento dietro di essi che succhia l’aria che passa tra di loro,” dichiara John Watson. È la straordinaria risposta di Murray all’effetto suolo di Chapman, impossibile da ottenere sulle Brabham nello stesso modo in cui lo ottiene Chapman sulle Lotus per la configurazione a triangolo delle fiancate delle BT 46B.

La soluzione funziona e porta alla prima vittoria stagionale. Ma il mondo della Formula 1 protesta ferocemente e il ventilatore sarà presto costretto a lasciare la scena.

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