Brabham BT46

Brabham BT46

di Luca Dal Monte

Poche vetture hanno stupito nel momento della presentazione come la Brabham BT46. «La nuova Brabham-Alfa Romeo BT 46», dice Bernie Ecclestone al presidente dell’Alfa Romeo Gaetano Cortesi parlando della rivoluzionare creatura di Gordon Murray, «è la monoposto più avanzata di tutte quelle fino ad ora costruite ed è tecnicamente avanti di parecchi anni».

La BT46 che fa la propria comparsa nell’estate del 1977 è effettivamente una vettura che non lascia indifferenti per la bellezza e la sottigliezza delle forme e per le soluzioni tecniche all’avanguardia che promette. I radiatori dell’acqua e dell’olio, che assomigliano a piccoli pannelli solari, sono parte integrante della scocca e coprono quasi interamente le fiancate della monoposto su entrambi i lati. Gli scambiatori di calore sono in alluminio ad alta resistenza e sagomati in forma di pannelli inseriti come parte integrante della struttura della monoscocca. Il liquido di raffreddamento dei radiatori scorre lungo la «pelle frigorifero» di questi pannelli raffreddati dall’aria che le scorre sopra. Grazie a questa soluzione, sostiene il progettista Murray, le perdite aerodinamiche sono di trascurabile entità.

 

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Piloti:

Niki Lauda: La BT46 che il due-volte campione del mondo austriaco si trova tra le mani nella stagione 1978 è in realtà una vettura molto diversa e assai meno innovativa di quella presentata nell’estate precedente. Lauda la porterà alla vittoria in due occasioni, ad Anderstorp e a Monza. La prima vittoria, nel Gran Premio di Svezia, suscita enormi polemiche per l’applicazione della famosa ‘ventola’ al retrotreno, soluzione che l’instancabile Murray si inventa per creare un effetto suolo che regga alla concorrenza delle Lotus 79. La ventola sarà successivamente vietata, il che non impedirà a Niki di vincere la sua seconda gara stagionale a Monza.

John Watson: Il pilota nordirlandese porta la BT46 sul terzo gradino del podio nella gara in cui la monoposto fa il proprio debutto nel campionato del mondo, il Gran Premio del Sudafrica del 1978. Gli altri migliori risultati della stagione saranno un altro terzo posto a Brands Hatch e il secondo gradino del podio a Monza.

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Murray ha lavorato moltissimo sul peso. La struttura della BT46 è tornata quella triangolare tanto cara al designer sudafricano e adotta soluzioni e tecnologie di tipo aerodinamico. I pannelli della scocca sono in titanio e alluminio e sono assemblati tra loro in modo di offrire massima rigidità e, al tempo stesso, leggerezza. Ma la tecnologia aeronautica riguarda anche i freni; e la strumentazione dietro al volante è digitale. Addirittura, sullo schermo che ha davanti a sé, il pilota potrà ricevere informazioni come l’indicazione del tempo sul giro che ha appena fatto segnare, una cosa impensabile per quei tempi.

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