Mercedes W196R Streamliner
Nella sua configurazione Streamliner la Mercedes W196 è tanto avveniristica da sembrare un disco volante. Ma la W196R è in realtà molto di più di una vettura estremamente sofisticata e di fatto imbattibile nelle due stagioni in cui viene schierata in pista. È il biglietto da visita di una storica azienda che tanta parte ha avuto nelle corse in automobile, ma che è assente dalla scena dal 1939. Ed è soprattutto il biglietto da visita di una Germania che torna nella famiglia delle nazioni dopo la tragedia della seconda guerra mondiale.
La W196R corre per due stagione con due carrozzerie diverse. Una versione a ruote scoperte, per i circuiti lenti e in genere misti, come Montecarlo o Berna. E una versione carenata – la famosa Streamliner, appunto – che viene invece impiegata nei circuiti più veloci come Reims e Monza.
Piloti:
Juan Manuel Fangio: Nel 1954 l’argentino porta la W196R alla vittoria nella gara del debutto a Reims e poi altre tre volte sul gradino più alto del podio al Nürburgring, Berna e Monza. Fangio conquista quattro vittorie anche l’anno successivo in Argentina, Belgio, Olanda e Italia. E per due anni consecutivi – 1954 e 1955 – è campione del mondo.
Hermann, Kling e Lang: Hans Hermann, Karl Kling e Hermann Lang sono i tre piloti tedeschi che si alternano al fianco di Fangio nella stagione 1954 e, il solo Kling, anche nella successiva. I migliori risultati di Kling sono il secondo posto nel Gran Premio di Francia 1954 e il terzo nel Gran Premio di Gran Bretagna 1955. Hermann è terzo nel Gran Premio di Svizzera ’54. Per Lang, che corse per Mercedes prima della guerra, c’è una nostalgica passerella al Nürburgring nel ‘54.
Stirling Moss: L’astro nascente dell’automobilismo internazionale affianca Fangio nella stagione 1955. L’allievo cresce in fretta. Moss è secondo a Spa e a Zandvoort e coglie il primo successo di una straordinaria carriera nel Gran Premio di Gran Bretagna sul circuito di Aintree.
I nostri modellini di auto:
Al di là delle bellissime forme, la W196R è una monoposto molto interessante anche sotto la carrozzeria. Il telaio, leggerissimo, è costituito da una struttura reticolare realizzata in tubi di magnesio saldati. Le sospensioni sono a ruote indipendenti sui due assi. I freni sono a tamburo e sistemati all’interno della vettura nel tentativo di ridurre le masse non sospese.
Il motore è un 8 cilindri in linea bialbero con distribuzione desmodromica di due litri e mezzo per una potenza che va dai 260 CV del 1954 ai 290 CV del 1955. La tecnologia del propulsore è di tutto rilievo, a iniziare dalla novità assoluta rappresentata dall’iniezione diretta, sviluppata sulla base dell’esperienza accumulata dai caccia della Luftwaffe durante la seconda guerra mondiale.
La W196R di dimostrerà imbattibile e conquisterà due titoli mondiali consecutivi nel 1954 e nel 1955.
