Ferrari 256

Ferrari 256

di Luca Dal Monte

Nel 1958 cambiano i regolamenti e la Ferrari torna ai vertici. Con l’abbandono di Fangio, che l’anno precedente ha vinto il suo quinto titolo mondiale, il campionato è apertissimo. La Ferrari 246 è protagonista assoluta e consente alla Scuderia di Maranello di vincere con Mike Hawthorn il suo quarto titolo mondiale Piloti. La 246 non riesce però a portare a Maranello la prima Coppa Costruttori, che viene vinta dalla squadra inglese della Vanwall.

Il cuore della 256 è il sei cilindri a V chiamato Dino per ricordare il figlio di Ferrari, scomparso nel 1956 e che nei suoi ultimi mesi di vita aveva lavorato con Vittorio Jano proprio su questo progetto. Per la stagione 1958 la cilindrata del Dino V 6, che in origine equipaggiava la 156 F2, viene aumentata da 1500 a 2417 cm3. Scomparso Dino, Jano aveva continuato lo sviluppo del motore con i tecnici Ferrari Rocchi e Fraschetti. La 246 riprende inoltre la soluzione del telaio tubolare a traliccio già vista quattro anni prima sulla 553 F1. Nuove le sospensioni anteriori e posteriori. Nel corso della stagione la 246 abbandona i freni a tamburo e monta i nuovissimi freni a disco.

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Piloti:

Mike Hawthorn: Al volante della 246 il pilota inglese si laurea campione del mondo grazie alla vittoria nel Gran Premio di Francia e a cinque secondi posti in Belgio, Gran Bretagna, Portogallo, Italia e Marocco. A fine stagione abbandona la Formula 1.

Peter Collins: La vittoria nel Gran Premio di Gran Bretagna sul circuito di Silverstone sembra rilanciare le sue ambizioni mondiali. Ma Peter trova la morte sul circuito del Nürburgring nel successivo Gran Premio di Germania.

Luigi Musso: Nel 1958 il pilota italiano sa di essere tra i candidati al titolo di campione del mondo. I due secondi posti nelle prime due gare in Argentina e a Montecarlo lasciano sperare bene. Ma ai primi di luglio, sul circuito di Reims, al nono giro del Gran Premio di Francia, un terrificante incidente pone fine alla sua esistenza.

Phil Hill: Solo tre gare per il pilota americano al volante della 246, ma due terzi posti a Monza e Casablanca.

Wolfgang von Trips: Terzo posto a Reims per il pilota tedesco.

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Nel complesso la 246 è una monoposto molto ben riuscita. Nelle mani di quel manipolo di giovani piloti che la stampa ha ribattezzato “Ferrari Primavera” proprio per la loro giovane età vince relativamente poco, cioè solo due gran premi, ma colleziona un totale di nove podi. Al suo volante, tuttavia, nel corso della stagione due di loro perdono la vita.

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